Quando si entra a un party universitario americano, non puoi aspettarti che sia come nei film.
E' per questo che resti sorpreso di constatare che effettivamente è
davvero come lo si vede nei film.
E, come dice Giovanni, americano che insegna inglese a Messina, "Questo è sia il cuore che il culo dell'America".
Un tipo asiatico che va in giro con una damigiana di vino da cui bevono a canna, il barile di birra a pressione, bicchieri di plastico dove ti scompare la faccia, musica a palla, gente che va e che viene (cercando al felicità) e soprattutto... il beer-pong.
Se non sapete cos'è il beer-pong, vi rimando a
questo interessantissimo video.
Vorrei far notare quanto viene preso seriamente il fatto di far rimbalzare palline di plastica in bicchieri pieni di alcool.
A parte questo, le giornate qui vanno abbastanza bene.
Tutti continuano a chiedermi "How are you" (anche se non gliene frega na ceppa), e a saperlo che c'erano dei pianoforti mi sarei esercitato, giusto perché qui la chitarra non ce l'ho.
Nel C-Hall hanno pensato bene di iniziare a usare gli heater, il che significa aria calda a gogò. Per questo dormo con la finestra aperta e pratico lo sport del ribaltamento del cuscino.
Inoltre, sono arrivati tutti i freshman, ovvero gli studenti che iniziano il loro primo anno alla Truman State University o che sono transfer student e quindi arrivano da altre università per finire invece la laurea qui.
Il mio vicino di stanza si chiama Zhacharia e viene da Kansas City.
Come lo so? di sicuro non perché l'ho incontrato.
E qui i casi sono due.
O non è ancora arrivato, oppure non usa asciugamani.
Essendo io arrivato tardi, questa notte, non oso aprire la porta comunicante con la sua camera, ma siccome condividiamo il bagno mi aspettavo almeno di vedere uno spazzolino da denti.
E invece nada. Il mio suitemate è un fantasma.
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Un Mississippi, due Mississippi... |
Oggi abbiamo tutti avuto l'english placement test.
Avrei preferito una gastroscopia.
Il mio inglese non è poi così male, ma non sono certo di come il professore abbia tenuto il tempo.
Avevamo 60 minuti e, ogni tanto, così a caso, cancellava il numero e ne scriveva un altro. Dov'è il
problema? non ha mai controllato l'orologio.
Immagino abbia contato i secondi a mente.
C'è gente molto annoiata a Kirksville.
Insomma, dovevo scrivere un essay da due pagine e ne ho scritta una scarsa. Più un summary.
Andrò nel livello 152 o nel 190. Da ciò si evince che prima del 190 c'è il 152. Meglio non chiedere dove sta il 153.
Oggi pomeriggio, invece, siamo stati dei veri
badass.
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Il nostro messaggio in codice. |
Saremmo dovuti andare a un sacco di meeting, di giochi e di presentazioni ma, siccome arriviamo da più o meno 5 giorni di roba simile, abbiamo deciso di non fare assolutamente nulla di tutto ciò. I freshman se la possono cavare da soli.
E' stata roba di un attimo.
Sentivamo i passi degli International Ambassador per il corridoio. La porta era chiusa. Nessuno fiatava e qualche coraggioso ogni tanto guardava dallo spioncino. Sentivamo bussare alle altre porte e qualcuno non reggeva alla tensione: molti non ce l'hanno fatta e sono stati presi e portati via.
Ma noi abbiamo resistito.
E abbiamo lasciato messaggi per gli altri membri della resistenza.
Nel primissimo pomeriggio, invece, siamo andati fuori dal campus per vedere un film: Lucy.
Questa storia di un ghepardo che ammazza una gazzella e poi si trasforma in un computer nero di melma quando si tocca con un uomo preistorico. Ecco, sì. Circa.
E in mezzo ci ficcano anche i Carabinieri, che sono gli unici a farsi quasi scappare il mariuolo di turno.
" 'mbecilli!".
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Student Union, serata gelato. Già, perché fino a 21 anni, qui
non bevi. E la polizia non sente ragioni. |
La sera, invece, abbiamo deciso di uscire per provare qualche party.
Prima siamo andati un una casetta estremamente piccola e sgarrupata (notare come il mio livello di italiano stia calando vistosamente). Poi, siamo andati dritti un un locale nel quale una macchina parcheggiata forse non ci sarebbe stata.
E lì non era diverso da qualunque locale in Europa. Tipi che ci provano, musica, io che non capisco una mazza quando mi parlano senza rumori di sottofondo, figuriamoci lì. Non è vero, qualcosa capivo. Tipo "you" e "there".
La festa successiva è quella di cui già vi ho detto qualcosa: in una casa anonima, ragazzi di una confraternita (e non) stavano dando una festa. Ho incontrato diverse persone, tra cui un gaudente giovanotto che continuava a voler giocare a beer-pong e diceva a un altro "I see you!" in maniera piuttosto alcolica.
Nonostante fosse ubriaco marcio, mi ha battutto tantissimo. Firmerò una petizione per far costruire bicchieri più grandi.
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50 sono in realtà i punti che
dano se ci sbatti contro. |
Ma il mongolino d'oro per la serata va sicuramente al mio amico francese Lucas.
Avendo bevuto un po' (non dirò quando per non allarmare la mamma, che sicuramente ci segue su questo blog: "salve signora, com'è?") era decisamente allegro... e rauco.
Fortunatamente, la sua amica Amandine è riuscita a non farlo sbattere contro i pali. E ovviamente ho fatto anche io la mia parte, urlandogli con il mio inglese perfetto "There is the palo, oh!!".
E sapete qual è la cosa migliore?
Credo abbia capito cosa gli stessi dicendo.